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Polmonite suina: individuati batteri intestinali con possibile funzione protettiva

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Polmonite suina: individuati batteri intestinali con possibile funzione protettiva

Stato dell’arte
Le infezioni polmonari sono abbastanza frequenti negli allevamenti suini, compromettendo la loro salute. Il microbiota intestinale potrebbe influenzare la loro insorgenza.

Cosa aggiunge questa ricerca
Lo studio valuta nei suini l’eventuale correlazione tra la composizione del microbiota intestinale e la suscettibilità all’infezione da Mycoplasma hyopneumoniae, agente associato a infezioni respiratorie croniche.

Conclusioni
Il microbiota intestinale dei suini con abbondante presenza di Ruminococcus_2 ha dimostrato lesioni polmonari correlate all’infezione più lievi, suggerendo un ruolo del microbiota nel suo sviluppo.

Nei suini giovani, la composizione del microbiota intestinale sembrerebbe influenzare lo sviluppo di infezioni polmonari veicolate per esempio da Mycoplasma hyopneumoniae. In esemplari con lesioni più lievi è stata infatti registrata una maggiore presenza di Ruminococcus_2 oltre che, in generale, un livello di ricchezza batterica più elevato.

È quanto afferma lo studio coordinato da Meera Surendran Nair e colleghi della University of Minnesota, di recente pubblicazione su Veterinary Research.

Le infezioni polmonari sono abbastanza diffuse negli allevamenti, incrementando spesso la mortalità degli animali nonché i costi di produzione. Nel caso dei suini, Mycoplasma hyopneumoniae è uno degli agenti eziologici associati più comunemente a infezioni respiratorie croniche. Ad oggi, le strategie per contrastarlo non sono però sempre risolutive.

Da recenti evidenze, il microbiota intestinale sembrerebbe coinvolto nella risposta immunitaria e in diverse patologie polmonari. I ricercatori americani hanno quindi valutato l’eventuale correlazione tra la composizione batterica intestinale e la suscettibilità all’infezione polmonare da Mycoplasma hyopneumoniae (ceppo 232, 1 x 105 CCU/mL) in 32 suini giovani (3-12 settimane di vita) provenienti da sei diversi allevamenti. Due esemplari non infettati sono stati utilizzati come controllo. Di seguito i principali risultati emersi dal confronto dei campioni fecali raccolti a 3, 8 e 12 settimane e dall’analisi delle lesioni polmonari.

L’indice di lesione si è mostrato similare tra gli esemplari di uno stesso allevamento, ma diverso da quello delle altre strutture (20% vs 2,5% come indice medio massimo e minimo). Nessuna differenza in termini di salute polmonare è stata invece presentata dai controlli durante lo studio.

Analizzando poi la composizione e le caratteristiche del microbiota fecale e intestinale è emerso che:

  • Firmicutes, Bacteroidetes, Proteobacteria, Fusobacteria e Spirochaetes sono i phyla più abbondanti, risultando in più del 99% degli esemplari seppur con variazioni di espressione significative tra gli allevamenti a livello di genere
  • a tre settimane di vita, la ricchezza batterica è risultata significativamente maggiore negli esemplari con l’indice di lesione minore rispetto a quelli con lesioni più gravi
  • la diversità inter-individuale si riduce con il tempo; i valori più bassi sono stati registrati negli esemplari con le lesioni polmonari più pronunciate
  • 25 diversi filotipi sono stati identificati a livello di genere come biomarcatori a 3 settimane d’età, il 25% dei quali arricchiti in uno degli allevamenti con il minor indice di lesione e principalmente caratterizzati da elevata abbondanza di Ruminococcus_2, Prevotellaceae_NK3B31, Ruminiclostridium_9, Prevotellaceae_UCG_003 e Oscillospira
  • composizione analoga anche nel secondo allevamento a basso indice di lesione con elevata abbondanza di Ruminococcaceae_UCG_002, Roseburia, Fusobacterium, Alloprevotella, Lachnospiraceae_FCS020 e Veillonella
  • sulla base dell’analisi Random Forest, il taxa Ruminococcus_2 è risultato il genere più discriminante nell’allevamento con l’indice di lesione minore, risultandone significativamente correlato
  • ricchezza batterica e indice di lesione hanno mostrato correlazione negativa significativa a tre settimane. Nessuna significatività invece a 8 e 12 settimane.

In conclusione, lo studio dimostra come la variabilità inter-individuale del microbiota intestinale si riduca con l’età e di come una precoce e abbondante espressione di Ruminococcus_2 si rifletta in lesioni polmonari più lievi indotte da Mycoplasma hyopneumoniae.  Nonostante questi dati siano in attesa di ulteriori approfondimenti, la manipolazione mirata del microbiota intestinale di suini in giovane età sembrerebbe una valida strategia per diminuire e/o alleviare la suscettibilità alle infezioni polmonari da Mycoplasma hyopneumoniae.