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Patologie renali nei gatti: a scatenarle una disbiosi del microbiota vescicale

Lo sviluppo di stati patologici urinari e renali potrebbe essere correlato a un riarrangiamento del profilo batterico del microbiota vescicale-urinario, con una perdita di diversità. A dirlo un recente studio su pubblicato su mSystem.
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Patologie renali nei gatti: a scatenarle una disbiosi del microbiota vescicale

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Stato dell’arte
Nonostante le infezioni batteriche del tratto urinario nei gatti siano frequenti e spesso gravi, il microbiota locale non è stato ancora del tutto caratterizzato.

Cosa aggiunge questo studio
Lo studio ha caratterizzato il microbiota urinario felino cercando eventuali associazioni con patologie renali croniche, cistiti idiopatiche e infezioni.

Conclusioni
La disbiosi nel tratto urinario potrebbe essere causa di patologie urinarie-renali croniche nei gatti con EscherichiaShigella tra i ceppi più coinvolti.


Un’alterazione del microbiota vescicale-urinario (disbiosi) sembrerebbe essere tra le cause delle comuni e spesso gravi patologie urinarie e renali croniche nei gatti. 

Escherichia-Shigella hanno infatti dimostrato una predominanza in casi di cistite e compromissione renale prolungata non registrata in esemplari sani. Un aumento della loro espressione potrebbe inoltre favorire il rischio di altre infezioni.

È quanto dimostra lo studio di Younjung Kim e colleghi della City University of Hong Kong (Cina), di recente pubblicato su mSystem

Il confronto con le cistiti nell’uomo

Nell’uomo, l’associazione tra microbioma urinario e svariati disturbi quali cistite, incontinenza, carcinoma vescicale, prostatite ecc. è ormai nota. 

Crescenti sono poi gli studi che dimostrano una certa connessione tra la salute urinaria e quella di altri distretti, intestino o pelle ad esempio. 

In ambito veterinario, le ricerche sul microbiota urinario sono invece al momento ancora poche. Quale sia la composizione batterica e/o la funzionalità del microbioma urinario nei felini rimane ancora da scoprire, nonostante le malattie urinarie siano piuttosto comuni e talvolta anche gravi. 

I ricercatori hanno quindi voluto approfondire in questo studio la caratterizzazione batterica e l’eventuale associazione di particolari ceppi con l’insorgenza di disturbi del tratto urinario. 

Gatti con patologie renali croniche (n=17; CKD), cistite (n=9, FIC), infezioni (n=8, PUC) a vari livelli sono stati inclusi nello studio con altri 14 esemplari sani usati come controlli. Di seguito i principali punti di quanto emerso dall’analisi dei 108 campioni raccolti.

I risultati dello studio sul microbiota urinario nei felini

Una volta eliminati i ceppi contaminanti, dall’analisi tassonomica è stato possibile identificare 19 phyla, 145 famiglie e 218 generi con una media di 10 generi per ogni gatto. In particolare:

  • Proteobacteria è risultato, in generale, il phylum più abbondante seguito da Firmicutes 
  • a livello di genere, Escherichia-Shigella ed Enterococcus hanno dimostrato di comprendere la maggior parte delle sequenze attribuite a Proteobacteria e Firmicutes soprattutto nel gruppo PUC
  • nessuna differenza significativa in termini di alpha-diversity tra CKD e FIC con i controlli. Di contro, il gruppo PUC ha mostrato valori notevolmente inferiori sia dei controlli sia degli altri gruppi 
  • distinta anche la composizione espressa come beta-diversity nel gruppo PUC rispetto ai restanti. Nessuna differenza significativa invece tra quella dei CKD o FIC vs controlli.

Quale correlazione con le infezioni?

Sulla base delle analogie di composizione batterica, i campioni sono stati poi classificati in 4 gruppi corrispondenti ad altrettanti urotipi (diversificato 1 o D1, n=15; diversificato 2 o D2, n=11; predominato da Escherichia-Shigella, n=19; predominato da Enterococcus, n=3). Confrontandone quindi i profili:

  • D1 e D2 hanno registrato un numero di taxa simile seppur con differenze nei rapporti di espressione
  • in D1, 12 taxa sono risultati essere tra i più abbondanti. Più diversificato ancora l’urotipo D2 con solo 2 taxa predominanti, Escherichia-Shigella e Xanthomonas. In generale la copertura di questi taxa è risultata essere del 22-38% sul totale vs un 88-99% della predominanza registrata negli altri due gruppi
  • maggiore alpha-diversity per D1 e D2 rispetto ai restanti due gruppi 
  • tutti i 5 campioni del gruppo PUC positivi per E.coli sono risultati appartenere al gruppo predominato da E.-Shigella, se esprimenti anche E. faecalis in quello predominato da Enterococcus
  • più della metà dei CKD hanno mostrato un urotipo del gruppo predominato da E.-Shigella
  • circa l’80% dei controlli e FIC sono invece stati inclusi nei gruppi D1 o D2
  • il profilo microbico del gruppo PUC ha mostrato più analogie con quello dei CKD che dei controlli

Conclusioni

Anche il tratto urinario dei felini ha quindi mostrato una presenza batterica, distinta da quella umana e di cani. Il profilo è poi risultato associato alla condizione di salute

Mentre i controlli sani e il gruppo FIC hanno mostrato una maggiore diversità, casi di CKD e PUC sono invece risultati predominati da E.coli ed Enterococcus

Lo sviluppo di stati patologici potrebbe essere dunque correlato a un riarrangiamento del profilo batterico con una perdita di diversità. Le dinamiche rimangono tuttavia da chiarire.

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