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Patologia renale nel gatto: il ruolo degli acidi grassi a catena corta intestinali

Nei gatti con patologia cronica renale alcuni parametri legati al microbiota intestinale sono alterati. Ecco quali, secondo uno studio pubblicato su JVIM.
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Patologia renale nel gatto: il ruolo degli acidi grassi a catena corta intestinali

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Stato dell’arte
Il microbiota intestinale e i suoi metaboliti sono implicati nella patologia renale cronica. Nei gatti con questa malattia è stato osservato uno stato di disbiosi, ma i livelli fecali di acidi grassi a catena corta non sono stati ancora oggetto di studio.

Cosa aggiunge questa ricerca
Scopo dello studio è stato caratterizzare la concentrazione di acidi grassi a catena corta nelle feci di gatti con patologia renale cronica rispetto a gatti sani, ma più anziani. I livelli registrati sono stati poi correlati con quelli di p-cresolo solfato e indolo solfato, tossine sieriche che suggeriscono un malfunzionamento renale.

Conclusioni
Nei gatti con patologia renale cronica la concentrazione fecale degli acidi grassi a catena corta ramificata (BFCA) è risultato alterato e correlato all’atrofia muscolare e alle concentrazioni di p-cresolo e di alcuni parametri renali, suggerendo un possibile malassorbimento proteico.

Nei gatti con patologia cronica renale, le concentrazioni fecali di acido isovalerico (un acido grasso a catena corta ramificata, BCFA) sono risultate più elevate. È stata inoltre registrata correlazione positiva tra i BCFA e l’atrofia muscolare, alcuni parametri renali e i livelli sierici di p-cresolo, tossina uremica che risulta aumentata in presenza di malfunzionamento renale.

È quanto si può concludere dallo studio di Stacie Summers e colleghi della Colorado State University (USA), recentemente pubblicato su Journal of Veterinary Internal Medicine.

Il ruolo del microbioma e di parte dei suoi metaboliti, come gli acidi grassi a catena corta lineare (SCFA) o ramificata (BCFA), nei disturbi renali cronici è ormai noto. Nei pazienti affetti da patologia renale cronica, infatti, sono stati osservati sia una riduzione dei batteri “buoni” in grado di produrre SCFA, sia un aumento dei microrganismi responsabili della produzione di tossine uremiche quali p-cresolo solfato (pCS) o indolo solfato (IS).

Nonostante le attuali conoscenze sulle caratteristiche del microbiota felino e del suo potenziale legame con questa patologia nei gatti siano ancora limitate, un precedente studio ha dimostrato che gatti affetti da patologia renale cronica presentano uno stato di disbiosi intestinale caratterizzato da una riduzione della diversità e della ricchezza batterica. Tuttavia, i livelli fecali di acidi grassi a catena corta non sono stati ancora oggetto di studio nei felini.

A tal proposito, i ricercatori hanno valutato le concentrazioni fecali di SCFA e BCFA e i livelli sierici di IS e pCS in 28 gatti con patologia renale cronica (PRC) a diversi stadi, calcolati in base al punteggio IRIS (stadio 2 n=16; stadio 3 n=10; stadio 4 n=2) rispetto a controlli sani, ma più anziani (n=11; ≥8 anni).

Esaminando i parametri clinici dei due gruppi è emerso quanto segue:

  • la condizione fisica generale (body condition score) non ha registrato significative alterazioni
  • l’atrofia muscolare ha mostrato peggiori condizioni nel gruppo con PRC rispetto ai controlli, nessuna marcata alterazione invece tra i diversi stadi patologici
  • il gruppo con PRC ha presentato un appetito minore e una maggior frequenza di vomito rispetto ai controlli
  • nessuna differenza significativa nel “punteggio fecale” (consistenza, produzione).

Per quanto riguarda i metaboliti:

  • non è stata registrata tra i due gruppi nessuna differenza significativa nelle concentrazioni fecali totali di SCFA e BCFA né delle singole concentrazioni di acido acetico, butirrico, propionico, valerico e isobutirrico
  • di contro, la concentrazione fecale di acido isovalerico ha registrato un incremento significativo nel gruppo PRC, in particolare nei gatti allo stadio 3 e 4 della patologia, rispetto al gruppo di controllo. Differenza non significativa invece tra i diversi stadi della patologia
  • gatti con maggiore atrofia muscolare hanno registrato un incremento della concentrazione fecale totale di BFCA, di acido isovalerico e isobutirrico e livelli sierici di IS più alti, nessuna alterazione significativa invece nei livelli di p-CS.

Utilizzando il coefficiente di correlazione Spearman, è stata registrata inoltre una correlazione tra la concentrazione fecale totale di BCFA e quella di creatinina, pCS e azoto ureico.

In conclusione, dunque, nei gatti con patologia renale cronica è stata osservata un’associazione positiva con l’incremento di acido isovalerico fecale soprattutto agli stadi più avanzati di malattia. La concentrazione di BCFA è inoltre risultata correlata con i livelli di pCS e azotemia, oltre che con una maggiore atrofia muscolare. Nonostante siano necessari ulteriori studi per approfondire il legame tra il microbiota intestinale e le conseguenze cliniche di questa malattia, i risultati di questo studio suggeriscono che i gatti con patologia renale cronica sono caratterizzati da un malassorbimento delle proteine.

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