Home Gatti Patologia renale cronica nei gatti: scoperta correlazione con microbiota intestinale

Patologia renale cronica nei gatti: scoperta correlazione con microbiota intestinale

0
Patologia renale cronica nei gatti: scoperta correlazione con microbiota intestinale

  • Stato dell’arte
    In soggetti con patologia renale cronica la disbiosi intestinale contribuisce alla sua progressione aumentando le tossine uremiche indolo solfato e solfato p-cresolo. Nei gatti questo quadro è ancora poco conosciuto.

  • Cosa aggiunge questa ricerca
    Scopo dello studio è stato quello di caratterizzare e confrontare il microbioma fecale e i livelli sierici di indolo solfato e solfato p-cresolo in gatti sani vs esemplari con patologia renale cronica.

  • Conclusioni
    Gatti con patologia renale cronica hanno una minore diversità e ricchezza batterica rispetto ai controlli sani. Di contro, presentano concentrazioni di indolo solfato più elevate. Nessuna differenza significativa invece nei livelli di p-cresolo solfato.



In gatti con patologia renale cronica la diversità e ricchezza batterica si presentano ridotte rispetto alle condizioni fisiologiche. Di contro, le concentrazioni sieriche di indolo solfato, una tossina uremica prodotta dal metabolismo del triptofano e normalmente secreta con le urine, risultano più elevate. I meccanismi che stanno alla base del rapporto tra la disbiosi e questa patologia nei gatti rimangono però ancora da scoprire.

È quanto conclude lo studio coordinato da Stacie C. Summers della Colorado State University, pubblicato su Journal of Veterinary Internal Medicine.

Nell’uomo l’uremia associata a patologia renale cronica (PRC) ha dimostrato di impattare negativamente sul microbioma intestinale causando disbiosi. La disbiosi, a sua volta, comporta l’aumento dei livelli di tossine quali indolo solfato (IS) o p-cresolo solfato (pCS) essendo prevalentemente prodotte da batteri proliferanti in stati di alterazione (Bacteroides, Lactobacillus ecc. per pCS, E. coli, Proteus vulgaris ecc. per IS). Un loro accumulo sierico si traduce in una diminuzione della capacità di secrezione renale e, di riflesso, nella progressione della malattia. A ciò si associano vari effetti collaterali secondari incluso un aumento di rischio cardiovascolare o di alterazione nervosa ecc. Questo quadro nei gatti rimane ancora da esplorare, soprattutto per quanto riguarda il pCS.

A tal proposito, i ricercatori hanno quindi caratterizzato e confrontato non solo il microbioma fecale di gatti con PRC vs controlli sani, ma anche i rispettivi livelli sierici di IS e pCS allo scopo di delineare un eventuale profilo di associazione. Nello specifico, lo studio è stato condotto su 30 gatti con PRC (due al secondo stadio; 11 al terzo; due al quarto) e 11 controlli sani più anziani (>8 anni) in modo da rendere quanto più possibile paragonabile la funzionalità renale. Ecco cosa si è osservato.

Analisi del microbioma fecale

Dall’analisi e confronto del microbioma fecale dei due gruppi è emerso che:

    • l’alpha diversity è inferiore nei gatti con PRC, 5.9 vs 6.4 in base all’indice di Shannon, 4286 vs 5099 se consideriamo invece l’indice Chao1
    • anche la ricchezza batterica si è mostrata minore in presenza di PRC rispetto a condizioni fisiologiche (2152 vs 2575)
    • in base al grado di patologia non sono state registrate differenze significative in termini di ricchezza e diversità
    • la beta-diversity è risultata paragonabile tra i due gruppi
    • nel gruppo con PRC, l’analisi LefS ha registrato un abbassamento significativo dell’abbondanza relativa dei generi Holdemania, Adlercreutzia, Eubacterium, Slackia e Mogibacterium rispetto ai controlli sani
  • di contro, la conta batterica di E.coli, benché implicato nel metabolismo del triptofano in pCS, non ha riportato differenze significative tra i gruppi

Analisi dei parametri generali e sierici

Dopo la componente batterica, l’attenzione dei ricercatori si è spostata sui parametri generali (appetito, episodi di vomito, produzione fecale) e sierici, specifici e non per la patologia in oggetto.

Il gruppo con patologia renale cronica, rispetto ai controlli, ha dimostrato:

    • meno appetito e più episodi di vomito. Nessuna differenza invece sulla produzione e consistenza fecale
    • maggiori concentrazioni di creatinina e azoto ureico, come prevedibile. Di contro, si sono osservati valori di ematocrito e calcio inferiori
    • nessuna differenza di fosforo, sodio, potassio e livelli di proteinuria
  • maggiori concentrazioni di indolo solfato, ma nessuna differenzanei livelli di pCS

Considerando invece solo le due tossine uremiche, indolo solfato e p-cresolo solfato:

    • le concentrazioni sieriche di IS hanno mostrato correlazione con i valori di ematocrito e creatinina e pCS
    • nessuna correlazione invece tra IS o pCS e l’appetito, gli episodi di vomito, la produzione fecale, la condizione fisica, la presenza di proteinuria, numero di OTUs unici o le concentrazioni sieriche di fosforo, calcio, sodio e potassio
  • i livelli di pCS  hanno mostrato correlazione significativa con i generi Bifidobacterium ed Eubacterium, quelli di Mogibacterium con IS

Lo studio dimostra come nei gatti con patologia renale cronica la diversità e ricchezza batterica siano ridotte rispetto a condizioni fisiologiche. Di contro, i livelli di indolo solfato risultano incrementati. Nessuna alterazione invece nelle concentrazioni di p-cresolo indolo, contrariamente a quanto osservato nell’uomo. Si tratta tuttavia di dati preliminari e perciò in attesa di conferme oltre che di ulteriori approfondimenti.