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Modulare il microbiota del cane con la dieta

La modifica mirata di modelli dietetici potrebbe essere utile nella modulazione del microbiota intestinale in diverse malattie nei cani.
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Modulare il microbiota del cane con la dieta

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• Disbiosi del microbiota intestinale nel cane
• Lo studio: dieta iperproteica Vs dieta ricca di fibre
Conclusioni

Stato dell’arte
La dieta e i fattori ambientali possono modulare la composizione del microbiota intestinale e, di conseguenza, la salute dell’ospite.

Cosa aggiunge questa ricerca
È stato valutato l’impatto di tre diete diverse sul microbiota intestinale di cani sani in uno studio cross-over. Una dieta iperproteica ha portato ad un aumento dei phyla Bacteroidetes e Fusobacteria; mentre una dieta ad alto contenuto di fibre insolubili ad un aumento di Firmicutes e Actinobacteria. È stato dimostrato che la dieta può avere un effetto sul microbiota intestinale nei cani a seconda del tipo di alimentazione seguita.

Conclusioni
I risultati di tale studio suggeriscono che la dieta può avere un effetto sul microbiota intestinale nei cani a seconda del tipo di alimentazione seguita. La modifica mirata di questi modelli dietetici potrebbe essere utile nella modulazione del microbiota intestinale in diverse malattie.

Il microbiota intestinale ha una forte influenza sulla salute dell’organismo perché è coinvolto in numerosi pathways metabolici, interagisce in modo diretto e indiretto con gli organi e gli apparati. Infatti, quando le popolazioni di microrganismi sono in equilibrio tra loro, il lavoro del microbiota apporta numerosi effetti benefici all’ospite.

Nell’uomo è stato dimostrato che i cambiamenti nella dieta possono modificare l’equilibrio del microbiota intestinale, anche quelli di breve durata (1-3 giorni) in cui si passa da una situazione estrema ad un’altra, per esempio da una dieta “tutta-carne” ad una dieta “tutta-vegetali”.

Studi simili sono stati condotti anche sui cani in particolare per valutare l’effetto del consumo della fibra alimentare. I risultati sono erano fortemente dipendenti dal tipo e dalla percentuale di fibra usata, dal tipo di alimentazione precedente lo studio, dalla durata del trattamento, dallo stato di salute dell’animale e dal design dello studio.

Disbiosi del microbiota intestinale nel cane

Sia nell’uomo, sia nei cani, la disbiosi intestinale causa un’infiammazione cronica che, nei cani, viene spesso trattata con diete idrolizzate, le quali apportano cambiamenti benefici al microbiota.

Tali diete sono caratterizzate da proteine ​​e peptidi a basso peso molecolare per evitare l’attivazione del sistema immunitario intestinale.

Partendo da questi presupposti, un gruppo di ricercatori dell’università di Melbourne, ha condotto uno studio cross-over al fine di identificare le conseguenze dei cambiamenti dietetici, dopo tre diversi tipi di diete, sul microbiota di cani sani.

Le tre diete sono state: una iperproteica “tutta-carne”, una con fibre altamente insolubili e una con proteine idrolizzate.

Lo studio: dieta iperproteica Vs dieta ricca di fibre

I cani sono stati divisi in due gruppi, ma sia al baseline, sia nel periodo di wash-out tra la fase 1 e la fase 2, entrambi i gruppi sono stati sottoposti ad una dieta iperproteica. Invece, nella fase 1 un gruppo ha assunto prima la dieta idrolizzata e dopo quella ad alto contenuto di fibre, l’altro gruppo al contrario.

I risultati, pubblicati su Animal Microbiome nel 2021, hanno mostrato che in generale Firmicutes, Bacteroidetes e Fusobacteria erano i phyla più abbondanti. Le diete ad alto contenuto proteico “tutta-carne” hanno portato ad un aumento dei batteri appartenenti ai phyla Fusobacteria e Bacteroidetes, mentre la dieta ad alto contenuto di fibre insolubili all’aumento di Firmicutes e Actinobacteria.

In particolare, la percentuale di microrganismi è risultata:

  • Firmicutes 44% con la dieta ricca di proteine ​, 62% con la dieta ad alto contenuto di fibre insolubili; 55% con la dieta idrolizzata;
  • Bacteroidetes 14% per la dieta iperproteica, 16% per la dieta ad alto contenuto di fibre insolubili e 16% per la dieta idrolizzata;
  • Fusobacteria 24% per la dieta iperproteica, 8% per la dieta ad alto contenuto di fibre insolubili e il 17% per la dieta idrolizzata.

Anche l’abbondanza relativa dei vari gruppi di batteri, tra il basale e il periodo di wash-out, era diversa: al basale la percentuale di Bacteroidetes risultava essere pari al 31%, mentre dopo la dieta iperproteica pari al 5%; mentre, i Firmicutes sono passati dal 37% al 54%.

Le differenze si sono viste anche dopo le diete idrolizzata e ad alto contenuto di fibre insolubili ed in particolare tra le diverse sequenze. Ad esempio, i campioni alla fine della dieta idrolizzata hanno mostrato un’abbondanza relativa di Bacteroidetes del 24% quando la prima dieta era quella idrolizzata e del 7% nella sequenza opposta.

Tuttavia, il microbiota basale di ogni singolo cane ha avuto il maggiore impatto sui cambiamenti in risposta all’intervento dietetico.

Conclusioni

In conclusione, in questa ricerca è stato osservato che tutti e tre i trattamenti dietetici  hanno avuto un impatto sostanziale sulla composizione delle comunità fecali canine. Però, gli esiti sono risultati essere fortemente dipendenti dalla composizione del microbiota prima della dieta.

Sono necessari ulteriori studi per comprendere al meglio le relazioni  tra dieta, microbioma e ospite. Ciò consentirà, in futuro, l’attuazione di interventi dietetici mirati ed efficaci per alleviare le malattie associate alla disbiosi e all’infiammazione intestinale.

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