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Microbiota intestinale degli asini potrebbe spiegare l’efficiente metabolismo energetico

Secondo alcuni ricercatori olandesi, manipolare il microbiota di cavalli e ibridi sarebbe potrebbe ottimizzare l’assunzione di energia.
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Microbiota intestinale degli asini potrebbe spiegare l’efficiente metabolismo energetico

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• Cavalli e asini: metabolismi energetici diversi
• Microbioma differente
• Conclusioni

Stato dell’arte
Rispetto agli altri equini, gli asini hanno una maggior capacità di degradare le fibre e quindi di trarne energia. Alcune caratteristiche del suo microbiota potrebbero spiegare questo fenomeno.

Cosa aggiunge questa ricerca
Scopo dello studio è stato confrontare il microbiota di cavalli, asini e ibridi per evidenziare differenze che possano giustificare una diversa degradazione delle fibre.

Conclusioni
Gli asini hanno un differente microbiota fecale, con diversa espressione e abbondanza di ceppi coinvolti nella degradazione delle fibre. Potrebbe quindi essere utile manipolare il microbiota di pony e ibridi al fine di trarre più energia da questo tipo di nutrienti.

Se comparati agli altri equini, gli asini sono in grado di trarre più energia dalle fibre alimentari, degradandole maggiormente grazie a una particolare composizione del microbiota fecale, più ricco di ceppi coinvolti in questo processo. Manipolare il microbiota di cavalli e ibridi sarebbe quindi la strategia ideale per ottimizzare l’assunzione di energia, evitando stati di malnutrizione, laddove il foraggio non fosse sufficiente, o l’aggiunta di additivi alimentari, che rappresentano fattori di rischio per disturbi gastrointestinali.

È quanto dimostra lo studio condotto da Joan Edwards e colleghi della Wageningen University & Research (Wageningen, Olanda), di recente pubblicazione su Animal Microbiome.

Cavalli e asini: metabolismi energetici diversi

A parità di dieta, cavalli e asini traggono dagli alimenti una diversa energia. Capirne il meccanismo potrebbe essere utile per sostenere il loro benessere.

Sui cavalli sono stati già condotti numerosi studi, mentre sono ancora pochi quelli focalizzati sugli asini.

Il microbiota, visto il suo importante impatto sul metabolismo dei nutrienti, potrebbe essere coinvolto. I ricercatori hanno perciò raccolto campioni fecali da pony domestici (n=8, Equus caballus), asini (n=8, Equus africanus asinus) e loro incroci (n=8) alimentati con lo stesso regime alimentare per 4 settimane, per poi confrontare il profilo del microbiota totale (batteri, archea, funghi e procarioti) con lo scopo di individuare eventuali differenze potenzialmente implicate in questo processo.

Microbioma differente

Di seguito i principali risultati.

Analizzando il microbiota fecale si è visto che:

  • il contenuto di materiale secco non è significativamente diverso tra i gruppi (18,2 ± 2,0 per i cavalli, 19,0 ± 1,7 per gli incroci e 20,3 ± 1,5 per gli asini)
  • non è stata riscontrata nessuna differenza nemmeno per la concentrazione totale di batteri, archea e funghi anaerobi.

Passando più nel dettaglio a batteri e archea:

  • 1.203 sono gli OTUs batterici registrati (172 generi), 319 dei quali riscontrati in tutti i gruppi, 18 in tutti gli esemplari
  • 10 sono invece gli OTUs relativi agli archea (6 phyla), 4 dei quali presenti almeno una volta in tutti i gruppi, uno in tutti gli esemplari
  • nessuna differenza significativa tra il numero di OTUs nei tre gruppi (265 ± 9,9 nei pony, 258 ± 12,0 negli asini e 267 ± 18,7 negli ibridi). Valori simili anche per l’alpha-diversity (17,5 ± 0,44 per i pony, 17,8 ± 0,30 per gli asini, 17,5 ± 0,63 per gli ibridi).

Confrontando invece la comunità di procarioti e funghi:

  • in termini di beta-diversity, la comunità di procarioti è risultata alterata negli asini rispetto ai restanti gruppi, valori simili invece tra pony e ibridi
  • 5 generi di procarioti sono risultati positivamente correlati al gruppo degli asini, ossia Sarcina, Ruminococcaceae gruppo NK4A214 e Lachnoclostridium 10, due generi appartenenti a Lachnospiraceae e Planctomycetes. Lachnoclostridium 10 e un genere non coltivato SK3 in particolare hanno mostrato un’abbondanza significativamente maggiore negli asini
  • 72 sono invece gli OTUs appartenenti a funghi anaerobi, 13 presenti in tutti i gruppi, tre in tutti gli animali
  • dei cinque generi identificati tra gli archea, Caecomyces è quello in generale predominante, seppur meno espresso negli asini
  • in termini di beta-diversity per gli archea, gli ibridi hanno mostrato valori leggermente differenti dai restanti gruppi; è stata invece riscontrata analogia tra i gruppi per quanto riguarda l’alpha-diversity, sebbene gli asini abbiano mostrato la presenza di un maggior numero di OTUs
  • Piromyces ha mostrato una significativa diminuzione negli asini (0,54 ± 0,88) rispetto agli ibridi (3,42 ± 2,68) e ai pony (2,13 ± 2,99).

Conclusioni

Il profilo microbiotico tra asini, pony e ibridi varia quindi soprattutto nella popolazione micotica anaerobia, dimostrando negli asini una maggior espressione di generi implicati nella degradazione di fibre, Lachnoclostridium 10 in particolare.

Ulteriori e più approfonditi studi sono tuttavia necessari al fine di delineare un profilo microbiotico più completo, che potrà fungere da base per una corretta e mirata manipolazione del microbiota di pony e ibridi con lo scopo di migliorarne le performance digestive.

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