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Microbioma orale alterato nei cani con periodontite: causa o conseguenza?

I cani con periodontite presentano un profilo batterico del cavo orale alterato in maniera dipendente, per certi ceppi, anche dalla gravità della patologia. Comprendere se questa alterazione dipenda dalla malattia o ne sia causa rimane da approfondire.
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Stato dell’arte
Nonostante il crescente interesse per il microbiota orale dei cani, se e come questo si modifichi in presenza di infezioni quali periodontite rimane da chiarire.

Cosa aggiunge questo studio
Scopo dello studio è stato quello di confrontare il microbiota orale di cani con periodontite a diversi gradi vs controlli sani.

Conclusioni
L’aumento nell’espressione di determinati ceppi commensali potenzialmente patogeni sembrerebbe comportare l’insorgenza di periodontite dalla gravità proporzionale alla crescita. Se l’alterata abbondanza ne sia una causa o una conseguenza rimane tuttavia da capire.


Un aumento nell’espressione di determinati ceppi commensali del cavo orale dei cani quali Christensenellaceae sp., Bacteroidales sp., Family XIII sp. comporta lo sviluppo proporzionale di periodontite. Se questa alterazione ne sia una causa o una conseguenza rimane tuttavia da approfondire. 

È quanto concludono Brook A. Niemiec e colleghi della Veterinary Dental Specialties and Oral Surgerydi San Diego (CA, USA) in uno studio pubblicato su AJVR.

Microbiota della cavità orale

La cavità orale dei cani è ricca di batteri, molti dei quali potenzialmente coinvolti nello sviluppo di disturbi locali. Se questo avvenga e come la loro espressione cambi nel caso di periodontite rimane un esempio da chiarire. 

A tal proposito, i ricercatori statunitensi hanno confrontato il profilo batterico della cavità orale di cani sani (n=12) o con periodontite a vari livelli (n=10 al gruppo di livello 1; n=12 gruppo 2; n=7 gruppo 3; n=10 gruppo 4 dove la gravità è crescente con il livello). 

Confrontando quindi i vari gruppi si è visto come:

  • i controlli e il gruppo 4 hanno mostrato cluster significativamente diversi. Analoghi invece i vari gruppi indipendentemente dal grado di malattia;
  • Porphyromonas cangingivalis è risultato essere il più abbondante per i gruppi 0, 1 e 2-3 seguito da P. gulae eccetto che per il gruppo 0 dove non è stato osservato;
  • Moraxellaceae, Capnocytophaga sp., Bergeyella zoohelcum, Neisseria animaloris e Neisseria shayeganii sono risultate essere tra le 20 specie più abbondanti nel gruppo 0 e 1, non nel 2-3 o 4;
  • P. cangingivalis, N. animaloris e Propionibacteriaceae sp. sono risultate invece essere le più abbondanti nei gruppi 0 e 3;
  • predominanza nel gruppo 1 invece per P. cangingivalis, P. gulae e Pseudomonas canadensis, di P. cangingivalis, P. gulae e Porphyromonas sp. nel gruppo 2. P. gulae, Bacteroidales sp. e P. canis hanno infine mostrato una buona abbondanza nel gruppo più grave (4);
  • in totale 741 specie sono state identificate appartenenti a 177 famiglie. Tra queste, le più abbondanti in generale si sono mostrate essere P. cangingivalis (6,2 ± 7,7%), . gulae (5,2 ± 7,6%) e una non nota Porphyromonas sp. (1,8 ± 2,8%);
  • scendendo a livello di phyla, Euryarchaeota, Chloroflexi, Firmicutes, Spirochaetes e Synergistetes hanno mostrato la maggiore abbondanza nel gruppo 4 rispetto ad ogni altro gruppo;
  • 37 specie sono risultate avere un’abbondanza significativamente diversa tra i gruppi. Tra queste, 8 specie del genere Porphyromonas, 17 anaerobi obbligati e 9 aerobi;
  • specie tradizionalmente considerate tra i primi colonizzatori del cavo orale quali Corynebacterium felinum, Moraxella sp., N. shayeganii, N. animaloris e Capnocytophaga canimorsus hanno dimostrato una maggiore espressione nel gruppo controllo. Di contro, una maggiore presenza dei tardi colonizzatori (P. canis e Porphorymonas sp.) e patogeni (Desulfomicrobium orale, Peptostreptococcaceae sp. o P. gulae) nel gruppo più grave;
  • il 72% di tutte le specie identificate ha mostrato una presenza in tutti i gruppi nonostante nessuna specie sia stata trovata in tutti i campioni. Tra le specie più frequenti, Actinomyces sp. (48/51 campioni), P. cangingivalis (47/51) e Campylobacter sp. (48/51).

Le possibili associazioni

Volendo poi distinguere le specie del core da quelle correlate a malattie e definire potenziali associazioni:

  • P. cangingivalis e Campylobacter sp. sono risultate essere specie proprie del core batterico in quanto presenti in tutti i gruppi e non associate a malattia. A queste si aggiungono altre specie proprie di determinati gruppi quali Porphyromonas gulae, presente in tutti i gruppi tranne nei controlli; Bergerella zoohelcum, Moraxellaceae sp, e N. shayeganii solo nei controlli e gruppo 1;
  • Treponema sp., significativamente aumentato nel gruppo 1 ha mostrato correlazione positiva nei gruppi 1, 2, 3, e 4 solo con Fretibacterium sp., aumentato invece nel gruppo 4;
  • forte correlazione negativa tra P. gulae e D. orale indipendentemente dal gruppo;
  • P. cangingivalis e Fusobacterium sp. non hanno mostrato di essere un indicatore di salute;
  • M. oralis, Family XIII sp e Bacteroides pyogenes sono di contro risultate presenti solo nel gruppo più grave (gruppo 4);
  • Bibersteinia sp., Burkholderiaceae sp., Euzebya sp e N. animaloris hanno mostrato attività da potenziali biomarcatori di salute orale in quanto presenti solamente nei controlli; 
  • 42 specie sono risultate potenziali biomarcatori per distinguere esemplari sani da malati.

Conclusioni

Per riassumere quindi, i cani con periodontite presentano un profilo batterico alterato rispetto ai controlli sani in maniera dipendente, per certi ceppi, anche dalla gravità di patologia

Se questa variazione di espressione, propria di alcune specie, sia da considerare tra le cause o conseguenze della malattia rimane da approfondire.

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