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Effetti degli additivi fitogenici sul microbiota intestinale dei polli

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Effetti degli additivi fitogenici sul microbiota intestinale dei polli

  • Cosa si conosce dell’argomento
    Nell’industria alimentare, gli additivi fitogenici sono sempre più utilizzati, anche nei mangimi del pollame. Come questi, da soli o abbinati alla dieta di base, influiscano sul microbioma intestinale è ancora da chiarire.

  • Cosa aggiunge questa ricerca
    Lo studio valuta gli effetti della dieta e di un diverso apporto di additivi fitogenici sulla composizione e funzionalità del microbiota intestinale (ileo e cieco) di polli giovani.

  • Conclusioni
    Sia la dieta sia gli additivi fitogenici introdotti, presi come parametri singoli o in combinazione, influiscono sulla composizione batterica intestinale, oltre che sull’attività metabolica e sull’espressione di geni implicati nell’integrità della barriera. Queste evidenze saranno quindi da testare in condizioni di malattia.



Che la dieta sia il principale fattore che influenza lo status del microbioma intestinale anche negli animali è ormai noto. Ma quali sono gli effetti degli additivi fitogenici, ossia i fattori di crescita naturali estratti da piante o erbe, che sempre più sono utilizzati nei piani nutrizionali?

Nei polli giovani, anche questi additivi, al pari della dieta, sono in grado di incidere sulla composizione e l’attività metabolica della componente batterica intestinale, oltre che sull’integrità della barriera. Lo dimostra lo studio coordinato da Vasileios Paraskeuas, dell’Agricultural University of Athens e pubblicato su Animal Nutrition.

Sostenuto da una crescente attenzione per tutto ciò che è salutare, l’uso di componenti fitogenici nella nutrizione di animali a fini alimentari è in larga espansione. Tuttavia, i loro effetti a livello batterico rimangono ancora da chiarire.

A tal proposito, i ricercatori hanno randomizzato per 6 settimane 500 polli giovani a 6 diversi tipi di trattamento differenti per dieta di base, mais (M) o grano (G), e apporto di additivi fitogenici o PFA (0, 100, 150 mg/kg).

L’analisi del microbioma di ileo e cieco è stata condotta grazie alla raccolta di campioni fecali. All’esame di composizione e attività metabolica batterica è stata abbinata un’ulteriore valutazione dell’espressione di determinati geni coinvolti nell’integrità della barriera.

Composizione del microbiota di ileo e cieco

Concentrandosi sulla composizione batterica intestinale dei vari gruppi, è emerso che:

  • l’espressione dei batteri associati alla mucosa di ileo e cieco non è influenzata dal tipo di cereale o dall’apporto di PFA. L’unica eccezione è rappresentata da Lactobacillus spp. della mucosa ciecale, molto più presente nei gruppi alimentati con grano
  • nemmeno la concentrazione totale dei batteri nell’ileo ha mostrato differenze in base alla dieta o ai livelli di PFA. Tuttavia, un’interazione significativa tra tipo di dieta e livelli di PFA è stata dimostrata per Bacteroidetes spp. e Clostridium cluster IV, sempre del cieco
  • Clostridium cluster I, IV e XVIa hanno dimostrato valori significativamente minori nei gruppi alimentati con grano, al contrario di Bifidobacterium spp. nel cieco

Attività metabolica e additivi fitogenici

È stata dunque monitorata l’attività metabolica, principalmente in base ai livelli di acidi grassi volatili (VFA).

Nell’ileo:

  • tipo di dieta e livelli di PFA hanno mostrato correlazione significativa con l’espressione di acido propionico e VFA ramificati
  • il tipo di cereale non influenza né le concentrazioni di VFA nell’ileo né il loro rapporto molare
  • anche il rapporto molare di acido propionico e VFA ramificati risulta influenzato: ad alte concentrazioni di PFA corrisponde un ridotto rapporto molare di VFA

A livello di cieco invece:

  • è emersa un’associazione significativa tra dieta e PFA e il rapporto molare dei VFA ramificati
  • il diverso tipo di cereale influisce significativamente sulla concentrazione di VFA totale, oltre che sul rapporto molare di acido butirrico, superiore nel gruppo alimentato con grano. Analogamente, il rapporto molare di acido acetico risulta alterato, registrando valori minori nello stesso gruppo
  • anche i livelli di PFA somministrati incidono sulla concentrazione totale di VFA oltre che sul rapporto molare di acido butirrico in maniera inversamente proporzionale

Integrità della barriera intestinale

Per valutare il benessere intestinale deve essere considerata anche l’integrità della barriera. Per farlo, i ricercatori hanno valutato le eventuali variazioni di espressione di alcuni dei principali geni coinvolti.

  • né la dieta né i livelli di PFA influenzano l’espressione di ZO-1, CLND-1, OCLN, TLR4, NF-k e MUC2 nella mucosa dell’ileo. Per quanto riguarda invece la mucosa del cieco non ne risultano influenzati ZO-1, CLND-5, OCLN, TLR4, NF-k e MUC2
  • è emersa un’interazione significativa tra l’immunoglobulina secretoria A (sIgA) sia con la dieta sia con i PFA. I valori massimi sono stati registrati nel gruppo con mais e 100mg/kg di PFA
  • l’espressione di ZO-2 ha dimostrato i livelli più alti nei gruppi con grano, dimostrando un’influenza del tipo di cereale su questo gene. Di contro, gli stessi esemplari hanno registrato minori valori di TLR2 e sIgA
  • 100mg/kg di PFA fanno raggiungere i valori massimi di CLDN5 a livello di mucosa nell’ileo. Di contro, 150mg/kg riducono al minimo quelli di TLR2

Questo studio dimostra quindi come sia la dieta sia l’aggiunta di additivi fitogenici al cibo, in polli giovani in questo caso, determinino alterazioni in termini di composizione, funzionalità e integrità della barriera intestinale. Ulteriori studi saranno necessari al fine di validare queste evidenze anche in condizioni di stress intestinale indotte, per esempio, da uno stato patologico.