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Cavalli: microbioma cutaneo alterato in caso di dermatite al pastorale

La dermatite del pastorale altera la popolazione batterica locale e porta a una riduzione della diversità e abbondanza batterica del cavallo.
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Cavalli: microbioma cutaneo alterato in caso di dermatite al pastorale

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• Dermatite al pastorale
• Lo studio sul microbiota della pelle
• Conclusioni

Stato dell’arte
La dermatite del pastorale del cavallo (EPD, Equine Pastern Dermatitis) è una sindrome multifattoriale che si manifesta con lesioni cutanee di varia entità. Nonostante la terapia comunemente usata si basi su antibiotici, poco si conosce riguardo quali ceppi siano realmente coinvolti.

Cosa aggiunge questa ricerca
In questo studio è stato analizzato il microbioma cutaneo di cavalli con e senza EPD precedentemente trattati con antibiotici, disinfettanti o nessuna terapia.

Conclusioni
In presenza di malattia, soprattutto se in forma grave, il microbioma locale si è mostrato alterato con, ad esempio, una minore diversità. Il ruolo specifico dei batteri nella patogenesi rimane tuttavia da approfondire.

Nei cavalli con dermatite del pastorale il microbioma locale è alterato rispetto a condizioni fisiologiche. Minore è infatti l’alpha diversity e l’omogeneità con, di contro, un aumento degli stafilococchi. Che ruolo ricoprano questi batteri nell’eziopatogenesi rimane però da approfondire.

È quanto conclude lo studio di Sarah Kaiser-Thom e colleghi dell’Università di Bern (Svizzera), recentemente pubblicato su Veterinary Dermatology.

Dermatite al pastorale

La dermatite al pastorale o EPD (Equine Pastern Dermatitis) è una sindrome multifattoriale frequente tra gli equini. Si manifesta con lesioni cutanee che, se gravi, compromettono la deambulazione dell’animale.

Nonostante la prevalenza, la sua eziologia rimane tuttavia ancora incerta sebbene il ruolo di batteri patogeni sia ormai la migliore opzione, sostenendo quindi l’uso di antibiotici come prima linea di intervento. Ma quali sono di fatto gli attori coinvolti? Ci sono realmente differenze nella comunità batterica in presenza di malattia? Come eventuali pretrattamenti possono incidere?

Hanno cercato di rispondere i ricercatori in questo studio confrontando il microbioma del pastorale di cavalli sani (Gruppo 1: n=80 con score 0-3) o con dermatite a vari livelli di gravità (Gruppo 2: n=23 forme lievi con score 5-8; Gruppo 3; n=34 con score 9-11; Gruppo 4: n=23 con score > 12) e tipologie (forma essudativa o proliferativa, entrambe tra le forme più gravi). Prima dell’analisi batterica, 80 esemplari sono stati pretrattati con: antibatterici topici (n=25), disinfettanti (n=29) o nessun intervento (n=26).

Lo studio sul microbiota della pelle

Confrontando le caratteristiche batteriche tra i controlli e gli esemplari malati si è visto che:

  • la ricchezza batterica non ha mostrato alterazioni dipendenti dalla malattia. Di contro, l’omogeneità e l’abbondanza (alpha-diversity) ne sono risultate diminuite in maniera proporzionale alla gravità e alla tipologia
  • la forma essudativa di EPD ha mostrato la correlazione maggiore con una diminuzione di omogeneità e alpha-diversity
  • mentre i campioni dei controlli sani hanno mostrato una buona inter-similarità, quelli degli esemplari malati hanno registrato cluster compositivi in relazione sia al tipo di EPD sia al pretrattamento ricevuto
  • differenze di microbioma significative con i controlli solo per gli esemplari con forma essudativa o proliferativa (quindi gravi), non tra i controlli e forme lievi o moderate
  • molto aumentate rispetto ai controlli, infatti, le famiglie Staphylococcaceae nelle forme essudative, Moraxellaceae e Micrococcaceae in quelle proliferative (nei gruppi con disinfettanti soprattutto). Ridotte invece le Sphingomonadaceae, Burkholderiaceae e Microbacteriaceae

Conclusioni

La dermatite del pastorale altera quindi la popolazione batterica locale con, soprattutto nelle forme più gravi, una riduzione della diversità e abbondanza batterica.

Il trattamento antibatterico non sembrerebbe però così efficace viste le confermate alterazioni rispetto ai controlli anche in quei sottogruppi. Come agiscano questi ceppi nel contesto della malattia o del suo sviluppo rimane però da approfondire.

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