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Cani e gatti: come trattare la parodontite senza alterare il microbioma orale

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Cani e gatti: come trattare la parodontite senza alterare il microbioma orale

Stato dell’arte
Nonostante decadi di ricerca, specifici batteri responsabili della parodontite nei cani e nei gatti non sono ancora stati identificati, anche se alcuni taxa dotati di una maggiore virulenza si ipotizza siano implicati nella patogenesi di questa patologia.

Cosa aggiunge questo studio
Scopo di questo articolo di rassegna è quello di raccogliere i dati e le conoscenze fino ad ora acquisite riguardo al microbioma orale di cani e gatti e descriverne i cambiamenti nel contesto della parodontite e dare delle linee guida sul trattamento di tale patologia infiammatoria con antimicrobici.

Conclusioni
Le strategie di analisi genomica sono quindi cruciali per scoprire in futuro nuove strategie di trattamento dell’infiammazione al cavo orale senza modificare l’omeostasi delle comunità microbiche residenti.


Grazie al progetto denominato Human Microbiome Project (HMP) è stato possibile mappare nove specifici siti posti nella cavità orale degli esseri umani per categorizzare ed identificare i microrganismi presenti, dando così origine allo Human Oral Microbiome Databese (HOMD). Successivamente, i microbiomi orali dei cani, e poi dei gatti, sono stati esplorati con tecnologie di sequenziamento ed i dati raccolti in specifici database.

Per quanto riguarda la salute e l’igiene orale di questi animali, in condizioni normali non si osservano né gengiviti né parodontiti e il microbioma coesiste in modo simbiotico senza indurre processi infiammatori. Le circostanze che sono in grado di attivare una risposta flogistica, passando quindi da una condizione di tolleranza immunitaria ad una pro-infiammatoria, sono ancora da chiarire.

Il microbioma orale dei cani

Grazie alle tecnologie di sequenziamento della regione variabile del gene 16S rRNA, è stato possibile determinare le specie che costituiscono il microbioma di cani sani. In dettaglio, i batteri gram-negativi (phyla Bacteroidetes e Proteobacteria) sono i più rappresentati in assenza di parodontite mentre è stato notato che, in condizioni di parodontite, i gram-positivi sono maggiormente presenti (phylus Firmicutes).

Sono state studiate, inoltre, diverse nicchie nel cavo orale di cani Labrador retriever (placche sopragengivali, mucosa orale, superficie dorsale della lingua, saliva) ed è stato possibile evidenziare delle diversità tra le varie specie colonizzatrici.

Il microbioma orale dei gatti

Anche per i gatti, sono stati effettuati degli studi di Next Generation Sequencing (NGS) per studiare il microbioma orale tipico di gengive, guance e superfici dentali. Anche in questo caso, in condizioni normali, i batteri maggiormente rappresentati sono gram-negativi che appartengono ai generi Pasteurella, Moraxella e Thermomonas

Comparando l’abbondanza di batteri gram-negativi e gram-positivi in condizioni di salute e di parodontite, anche per i gatti è stato notato uno shift verso i gram-positivi in condizioni patologiche. Gli scienziati suppongono che sia il processo infiammatorio che determina un aumento dell’abbondanza dei gram-positivi rispetto ai negativi quando è presente la parodontite.

Cambiamenti del microbioma orale durante gengiviti e parodontiti

Il microbioma orale è solitamente adeso alle varie superfici mucose che si trovano in bocca ed ai denti come un biofilm, ovvero una struttura tridimensionale strutturata in modo da consentire la sopravvivenza a diverse comunità microbiche ed è anche racchiusa in una matrice polimerica extracellulare composta da polisaccaridi, proteine e lipidi e DNA extracellulare. 

All’interno di questa struttura protettiva, una stessa specie batterica mostra delle diversità nel metabolismo così come nelle interazioni con gli altri batteri, se comparata alla stessa specie non inserita nel contesto di un biofilm. Una conseguenza di ciò è il ridotto effetto dei trattamenti antimicrobici: infatti, il biofilm fornisce una barriera che protegge le comunità microbiche da molecole esterne così come da organismi esogeni.

La gengivite è una condizione infiammatoria reversibile confinata alla gengiva non associata alla perdita dei denti; al contrario, la parodontite è un complesso processo flogistico che provoca danni irreversibili che provocano, in battuta finale, la perdita di denti che risulta essere un meccanismo di sopravvivenza per porre fine all’infiammazione ed evitare una possibile sepsi.

Utilità del trattamento antimicrobico per la parodontite

La parodontite è un processo infiammatorio che coinvolge sia meccanismi tipici dell’ospite che la comunità microbica residente, piuttosto che specifici batteri, l’utilità di trattamenti antimicrobici risulta dubbia anche se sono largamente utilizzati come trattamenti di profilassi prima di interventi di odontoiatria veterinaria.

Occorre prestare attenzione al fatto che, le conseguenze più frequenti di trattamenti odontoiatrici a cani e gatti, risultano essere dovute alla traslocazione di batteri che normalmente formano il microbiota orale verso altre localizzazioni provocando, per esempio, miocarditi.

Da questo punto di vista, quindi, la profilassi antimicrobica va effettuata verso i batteri generalmente responsabili di infezioni al cuore come Streptococcus canis tra i gram-positivi ed E. coli tra i gram-negativi. Antibiotici d’elezione sono ampicillina, amoxicillina ed acido clavulanico e ampicillina con sulbactam.

Conclusioni

Le strategie di analisi genomica sono quindi cruciali per scoprire in futuro nuove strategie di trattamento dell’infiammazione al cavo orale senza modificare l’omeostasi delle comunità microbiche residenti.

Fonte

Eric M Davis, J Scott Weese. Oral Microbiome in Dogs and Cats: Dysbiosis and the Utility of Antimicrobial Therapy in the Treatment of Periodontal Disease. Veterinary Clinics of North America: Small Animal Practice. 2022 Jan;52(1):107-119. doi:10.1016/j.cvsm.2021.08.004.